Questioni teognidee
La genesi simposiale di un corpus di elegie
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Al nome di Teognide di Megara è legata l'unica ampia raccolta di poesia monodica arcaica e classica a noi giunta per tradizione diretta: un insieme di elegie per un totale di poco più di 1400 versi, ai quali si devono aggiungere, per tradizione indiretta, almeno altre 4 elegie monodistiche (non considerando altri versi di dubbia attribuzione). Il testimone più antico di questa raccolta è il cod. A (Parisin. Bibl. Nat. Suppl. Graec. 388), del X secolo, pubblicato nel 1815; nella cosiddetta elegia del "sigillo", collocata più o meno all'inizio della raccolta (vv. 19-26), esso presenta l'affermazione: «sono versi di Teognide il Megarese» (v. 22 sg.). Il cod. A appare diviso in due libri A e B, di cui il secondo scompare nei testimoni recenziori della tradizione manoscritta: oggi si ritiene che il libro B sia una selezione delle elegie erotiche, operata in età bizantina (IX-X sec. d. C.). Teognide è noto come autore di elegie, radunate in una raccolta scritta, almeno a partire dal tardo V secolo a. C.: suoi versi vengono citati o imitati da Ferecrate, Crizia il tiranno, Senofonte, e da Platone, che ne parla come di un autore ben conosciuto e stimato. Secondo la Suda (X sec. d. C.), Teognide è vissuto nel VI sec. a. C. e ha scritto elegie per un totale di 2800 versi, come ammaestramenti morali per il suo giovane amante Cirno. È solo a metà del 1500 che si notano dei difetti nella raccolta di Teognide: alcune elegie sono assegnate dalla tradizione indiretta ad altri autori (Tirteo, Mimnermo, Solone), un certo numero di poesie è stranamente ripetuto due volte nella raccolta, e il disordine tematico regna ovunque. Si comincia dunque a dubitare che quanto tramandato sotto il nome di Teognide sia effettivamente tutto suo, e nasce la moderna Questione teognidea. La raccolta viene interpretata come un corpus, dal momento che non tutte le poesie possono essere del poeta Teognide, e il problema cui si cerca a lungo di dare risposta (principalmente nel XIX e nel XX secolo) è quello di come questo corpus si sia costituito: la risposta che generalmente viene data è che il corpus teognideo è un'antologia, formata per aggregazione di due, o tre, o quattro, oppure molteplici fonti, in un'epoca variamente identificata (le proposte vanno dallo scorcio del VI sec. a. C. alla tarda età bizantina). Sono state però individuate anche sequenze di elegie che devono ricondursi alle recitazioni simposiali dell'età greca arcaica: esse mostrano che la costituzione di almeno buona parte del corpus si deve ad un apporto simposiale molto antico, e possono far interpretare l'intero corpus come una raccolta nata dalla registrazione scritta di varie elegie eseguite oralmente nei simposi.
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Supporto cartaceo (libro)
Pagine xxxvi-384
ISBN 9788863720785
Anno 2011
Numero in collana 12