Piero Nardi

fu una delle voci più significative della critica letteraria italiana. Laureatosi a Padova nel 1914 con una tesi sulla Scapigliatura che pubblicherà nel 1924, si distinse subito per finezza interpretativa e sensibilità critica. Vittore Branca, ricordandolo sul Corriere della Sera, scrisse che Nardi fu capace di una chiara e rigorosa sistemazione storico critica alla sequenza Rovani, Tarchetti, Praga, i due Boito, Camerana e Dossi. All'impegno di critico e di conferenziere, Nardi affiancò sempre il lavoro di insegnante in varie città d'Italia. La sede definitiva fu a Venezia, dove divenne preside dell'Istituto nautico (1935) e, dal 1944, responsabile dell'ufficio editoriale della “Fondazione Giorgio Cini”. La biografia fu il genere a lui più congeniale, dotato com'era della capacità di raccordare l'uomo e l'artista, l'esperienza individuale con le peculiarità del momento storico. Ampie prove di queste sue doti Nardi le diede tratteggiando i profili di scrittori come Paolo Lioy e Sibilla Aleramo. Le sue ricostruzioni si basarono sempre su ampie documentazioni archivistiche, ma ebbero anche il pregio di riportare sulla carta la sua profonda capacità di lettura.