Vito G. Galati

(1893-1968) scrive il suo primo volume, L’ideale umano (ispirato dallo spiritualismo mazziniano), nel 1914, dopo un allontanamento dalla fede religiosa e l’avvio della collaborazione con la rivista repubblicana «Humanitas». Inviato nelle zone di operazioni militari durante il primo conflitto mondiale, Galati si riavvicina alla fede religiosa, per poi aderire Partito popolare di cui diviene segretario provinciale nel 1921. Risale a questo periodo la sua collaborazione con Piero Gobetti, che lo invita a scrivere sulla sua «Rivoluzione liberale». Durante il Ventennio si ritira a vita privata, laureandosi in Lettere e Filosofia e insegnando in vari licei. All’insegnamento scolastico affianca gli studi di filosofia e letteratura cristiana e quelli di storia della cultura calabrese che, grazie all’aiuto di Croce, lo porteranno alla stesura dell’edizione di un dizionario bio-bibliografico degli Scrittori delle Calabrie. Eletto deputato e membro del Comitato permanente della DC per il Mezzogiorno nel 1947, rilancia, con il settimanale «Il Popolo d’oggi», temi come la moralizzazione politica e lo sviluppo economico del meridione.