A quarant'anni dalla scomparsa di Aldo Palazzeschi



Non fare che la morte
ti trovi già cadavere.
Posta davanti alla carne putrefatta
arriccia il naso e corruga la fronte
contrariata e mal disposta,
ama la carne ancora fresca e gioiosa.
Fa’...



Non fare che la morte
ti trovi già cadavere.
Posta davanti alla carne putrefatta
arriccia il naso e corruga la fronte
contrariata e mal disposta,
ama la carne ancora fresca e gioiosa.
Fa’ che ti colga in piena danza
e ti mostri la sua faccia
incuriosita e soddisfatta:
“stai pur tranquillo”
ti sussurra in un orecchio
“che non sono tanto brutta”
mettendosi a ballare con te.
(Aldo Palazzeschi, Anche la morte ama la vita)

Aldo Palazzeschi fu poeta e narratore tra i maggiori del No­ve­cen­to. Nella sua lunghissima carriera letteraria ha sempre saputo mantenere la freschezza d’una originalissima visione del mon­do, scevra da qualsiasi intellettualismo, espressa in uno stile sciol­to e brioso. Partecipò al movimento futurista, ma se ne di­staccò parzialmente per elaborare opere dal timbro personale ed inconfondibile. Nel 2014 ricorrono 40 anni dalla sua morte che, nella visione palazzeschiana del mondo, è un evento «inevitabile», liberato così da ogni angoscia e lontano da chi è troppo impegnato a vivere: «Debbo concludere che il pensiero della morte non ha ossessionato la mia vita per niente, tutta presa dal fatto di esistere più che da quello di morire» (Se quel giovane m'insegnasse?).
Vogliamo ricordare questa importante ricorrenza, riproponendo la nostra collana Carte Palazzeschi, coordinata dal Consiglio Direttivo del Centro di Studi «Aldo Palazzeschi».

Alla soglia di queste porte
scorgo una mano che invita.
Se non ci fosse la morte
non sarebbe bella la vita.
(Aldo Palazzeschi, I contrari)